L’arte ottoniana prende il nome dalla dinastia ottoniana, conosciuta anche col nome di dinastia dei Liudolfingi, la quale fu una casata di imperatori del Sacro Romano Impero originaria della Sassonia il cui capostipite fu Ottone I. Quest’ultimo era figlio di Enrico I e fu assai importante in quanto riuscì a annientare definitivamente gli ungari i quali furono uno dei tanti popoli barbarici molto temuti a causa delle continue invasioni che mettevano costantemente in crisi l’impero. Con il regno di Ottone I si recupera l’eredità culturale di Carlo Magno dove il concetto di sacralità del sovrano venne portato ai massimi livelli come mai prima anche a causa dell’influenza bizantina rafforzata dal matrimonio tra Ottone II e la principessa bizantina Teofano. L’arte ottoniana si fonda soprattutto sulla realizzazione di oggetti regali come scettri, corone, mantelli, simboli del potere del sovrano, ma anche sugli arredi del palazzo reale e liturgico.
Seguendo la strada tracciata dagli imperatori carolingi anche quegli ottoniani fondarono parecchie abbazie e cattedrali che si possono osservare soprattutto nell’area germanica. In questo periodo, come detto, si riprendono i motivi carolingi al fine di modificarli e talvolta stravolgerli come si nota nella chiesa abbaziale della Trinità ad Essen dove le doppie arcate transennate non sorreggono alcuna cupola. A Colonia fu fondata la chiesa di Santa Maria in Campidoglio, verso la metà del XI secolo la cui caratteristica principale si fonda su equilibrio e razionalità basata sul fatto che il corpo centrale dell’edificio a tre navate è composto da arcate regolari poggiate su pilastri che poi si spingono fino a maestose absidi, circondate a loro volta da un deambulatorio pensato come una prosecuzione delle navate laterali coperte da volte. Un altra cattedrale importante di questo periodo è quella di Spira piuttosto sviluppata in altezza e lunghezza è caratterizzata da una navata centrale monumentale coperta da un soffitto piano e da navate laterali coperte da volte. La chiesa abbaziale di San Michele, in Sassonia, viene considerata un capolavoro dell’architettura ottoniana soprattutto per la sua armonia geometrico-matematica. Nel periodo ottoniano non si edificano solo abbazie e cattedrali ma anche delle piccole pievi di campagna che altro non sarebbero che chiese dotate di battistero dalle contenute dimensioni. Solitamente chiese e cattedrali ma anche abbazie, venivano decorate da cicli di affreschi i quali purtroppo sono andati perduti per la maggior parte. Tra gli affreschi superstiti giunti ai nostri giorni si ricordano quelli della chiesa di San Giorgio ad Oberzell che narrano scene della vita di Cristo e che con ogni probabilità risalenti al X secolo. Lo stile di questi affreschi si ispira palesemente all’arte tardo antica e ravennate testimoniato da uno stretto rapporto armonico con l’architettura; per esempio nel cleristorio, tra una finestra e l’altra, venivano dipinte grandi figure di santi mentre le scene sulla vita di Cristo venivano dipinte entro dei rettangoli. Figure di santi inoltre venivano dipinte anche nei clipei che sarebbero dei ritratti dipinti entro una forma tonda, i quali derivano degli scudi dell’antica Grecia.
A dispetto della scarsità di opere pittoriche ci sono pervenute tante miniature dipinte su codici che si ispirano palesemente all’arte carolingia; qui si osservano figure realistiche sapientemente armonizzate con pochi colori che donano alla composizione un classicismo sobrio ed equilibrato, ravvivato da sapienti lumeggiature che mettono in risalto i volumi. Molto spesso le figure di santi e imperatori venivano incorniciate da architetture classiche le quali avevano una funzione prevalentemente ornamentale. In seguito la tecnica delle miniature si evolve con un approccio anticlassico in cui si notano figure composte con maggiore libertà e un accentuata mancanza di plasticità che veniva sostituita dal un marcato geometrismo.
L’arte ottoniana è caratterizzata da una notevole produzione di gioielli e statue ma sia in oreficeria che in scultura si distinguono due correnti diverse che si sviluppano parallelamente e che sarebbero la “corrente aulica” e la “corrente anticlassica”. Nella corrente aulica si notano plasticità ed equilibrio delle forme come anche una tendenza a rappresentare le figure sacre incorniciate da architetture classiche; tra la vastissima produzione di oreficeria spiccano la Madonna con Bambino di Magonza realizzata in avorio e la Situla del vescovo Gotofredo che sarebbe un vaso liturgico, anch’esso realizzato in avorio. Il capolavoro aulico però è un altro cioè il magnifico Antepedium di Basilea ovvero un paliotto d’altare in legno ricoperto in oro e pietre preziose che raffigura Cristo Pantocrate attorniato da tre Arcangeli e San Benedetto.
Abbiamo detto che parallelamente alla corrente aulica si sviluppa una corrente più innovativa che influenzerà anche la scultura romanica ovvero la corrente anticlassica i cui capolavori sono soprattutto croci e crocifissi monumentali realizzati prevalentemente in legno di quercia. Alcuni di queste opere sono i più antichi crocifissi esistenti al mondo! Si annoverano tra queste opere sacre la Croce di Lotario caratterizzata da linee sinuose e una marcata drammaticità e realizzata su quercia rivestita di oro e argento e decorata con gioielli e pietre preziose; anche la Croce di Gerone è realizzata anch’essa in legno di quercia e la sua importanza è dovuta al fatto che per la prima volta si rappresenta Cristo sofferente e umano il cui corpo schiacciato dal proprio peso pare quasi deformato. Tra le altre opere importanti dell’arte ottoniana si ricordano la Croce di Gerresheim, la Croce di Enghausen e la Croce miracolosa di Elspe mentre in Italia spiccano la Croce della badessa Raingarda e la Croce del vescovo Leone. Tra i capolavori della lavorazione del bronzo spicca la grande porta bronzea della di San Michele a Hildesheim in cui sono rappresentate otto scene del Vecchio Testamento lavorate in basso rilevo per quanto riguarda gli elementi architettonici mentre in alto rilevo per quanto concerne le figure umane. Un altro capolavoro dell’arte ottoniana è la cosi detta Colonna di Cristo( che prende spunto dalla colonna Traiana) realizzata sempre in bronzo e in cui vengono rappresentate scene della vita di Cristo.
Conclusioni
Come tutta l’arte medioevale anche i temi di quella ottoniana sono per lo più religiosi cosi si diffondono chiese, cattedrali ed abbazie le quali a loro volta custodiscono gelosamente altri tesori artistici come affreschi, codici miniati nonché croci e crocifissi talvolta riccamente rifiniti con oro e gemme preziose infatti è proprio nella lavorazione dei gioielli che l’arte ottoniana esprime il suo massimo splendore con capolavori in avorio, bronzo e pietre preziose, sia religiosi che imperiali, che ancora a distanza di secoli lasciano l’osservatore ammaliato da cotanto splendore.
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