L’arte romanica come si può intuire nasce a partire dall’arte romana antica e si sviluppa a partire dal X secolo, nel medioevo europeo, fino all’esplosione dell’arte gotica ovvero intorno alla metà del XII secolo. Si deve all’archeologo francese Arcisse de Caumont la suddivisione dell’arte romanica in tre periodi: il romanico primitivo che va dal V secolo alla fine del X secolo, il romanico intermedio dalla fine del X secolo alla XI secolo e il romanico di transizione al gotico nel XII secolo. L’arte romanica si sviluppò in un contesto di ripresa economica e sociale favorita dal miglioramento delle condizioni lavorative dei contadini i quali riuscirono così a produrre maggiori quantità di cibo che si riflesse in un deciso aumento demografico. Questo portò anche allo sviluppo di nuovi villaggi e centri urbani nei quali si intensificarono mercati e commercio. Tutto ciò influì sulla nascita di una nuova classe sociale quella “borghese”, ovvero una classe intermedia tra quella dei contadini e quella degli l’aristocratici e ecclesiastici. In un simile contesto crebbe naturalmente anche l’edilizia nonché la domanda di cultura e arte soprattutto da parte di signori locali che finanziavano soprattutto costruzioni di edifici religiosi che da allora in poi non erano più commissionati solo da imperatori o vescovi.
Il romanico fu innovativo soprattutto nell’architettura e nella scultura perché, a differenza dell’arte bizantina, nell‘arte romanica la materia non si doveva più nascondere ma evidenziare in quanto dono del Creatore. Questa forma d’arte si sviluppò come si può intuire nei territori conquistati dai romani e nacque in Francia espandendosi presto in quasi tutta Europa con caratteristiche comuni anche se si differenzia a seconda della nazione o regione in cui nasce. L’architettura romanica s’inspirò a quella antica romana recuperando i suoi modelli e tecniche costruttive. Principalmente vennero ripresi dal romano antico il senso di monumentalità e spazialità e usati largamente elementi come l’arco a tutto sesto, il pilastro, la colonna e volta. Gli edifici romanici venivano costruiti con murature più regolari e pietre dalla forma squadrata nonché con l’uso della copertura a volte anche in grandi spazi. Purtroppo gli edifici civili del mondo romanico quali rocche o castelli sono andati quasi completamente perduti cosicché ci rimane solo la testimonianza di edifici religiosi come chiese o duomi. La planimetria più frequente delle chiese romaniche era la croce latina mentre la navata veniva divisa in campate. In origine la cripta era limitata ad una piccola stanza sotto il coro, solo più avanti si ampliò come una cripta a sala per diventare quasi una seconda chiesa inferiore. Nelle cripte si notano anche i primi tentativi di copertura a volte a crociera. Dal 1080 in poi compaiono i primi esempi di copertura a volta a botte in Spagna e Francia ma anche volte a sesto acuto; la volta a costoloni compare in Lombardia ed Inghilterra mentre quella reticolare in Germania.
La scultura romanica è strettamente collegata con l’architettura in quanto nasce con la funzione di decorare capitelli, architravi archivolti di finestre e portali. Gli scultori del periodo romanico reinterpretarono in modo nuovo la scultura decorativa grazie a vari tipi di influenze creando un linguaggio chiaro ed efficacie che doveva essere compreso da persone facenti parte di differenti strati sociali infatti l’arte religiosa non doveva essere più destinata solo alla classe imperiale ed ecclesiastica. I temi scolpiti avevano una funzione didattica per permettere anche a persone di scarsa cultura di comprendere le Sacre Scritture di Antico e Nuovo testamento. I principali scultori in Italia furono Wiligelmo, Nicholaus e Benedetto Antelami il quale firmò la lastra marmorea decorativa della Deposizione dalla Croce del 1178.
La cosi detta pittura romanica fu influenzata da parecchi stili come il manierismo in Germania e Austria e un nuovo classicismo che venne ribattezzato “stile 1200”ma non va scordata la sempre presente influenza della pittura bizantina soprattutto in Italia. Anche la pittura romanica come sembra ovvio, è votata alla rappresentazioni di temi religiosi che riguardano nello specifico il cristianesimo, ma si differenzia per una maggiore sensibilità e drammaticità dei temi affrontati come per esempio le pene dell’inferno, i vizi capitali, l’apocalisse e il giudizio universale! Nell’arte romanica l’iconografia di Gesù è sempre rappresentata con attributi regali quali il trono, la corona, l’alfa e l’omega, il sole e la luna cosicché Dio diviene un Re maestoso e severo piuttosto che un Signore buono e compassionevole ! Grazie all’appoggio della chiesa questa nuova immagine di Dio-Re favorisce il potere terreno appunto di re e imperatori contro il feudalesimo. La nuova iconografia di Cristo viene affiancata dalla più rassicurante immagine di Cristo- Uomo, Pastore e Dottore in cui veniva rappresentato con l’attributo del mulino e frantoio che volevano rappresentare simbolicamente il sacrificio fecondo di Gesù. Il Cristo cosmologico invece deriva da precedenti ed antichi culti solari dove veniva rappresentato al centro di una ruota; Cristo venne rappresentato con parecchi altri simboli nell’arte romanica tra i quali il grappolo e la vigna, il leone a l’aquila simboli di potenza, il liocorno simbolo di purezza, il pellicano simbolo di sacrificio e la famosa fenice simbolo di resurrezione ed immortalità.
Conclusioni
L’arte romanica è stata un arte che ha caratterizzato buona parte del Medioevo fino alla nascita dell’arte gotica che ha soppiantato in quasi tutta Europa lo stile romanico. La monumentalità e sacralità degli edifici religiosi romanici era ancor più accentuata dalle pregevoli opere scultoree decorative che miravano non solo ad abbellire “la casa di Dio” ma anche a di indottrinare le classi sociali meno abbienti caratterizzate da un alto tasso di analfabetismo. La pittura romanica promosse invece una nuova immagine di Dio trasformandolo in un Re severo che mette in soggezione più che in un buon Padre che consola l’uomo dalle fatiche terrene; una immagine divina che fu voluta da re e imperatori e appoggiata dalla chiesa cattolica e che formò così una sorta di simbiosi che avvantaggiò le due forme di potere assolutistico, accrescendo peraltro lo sottomissione del popolo al potere divino-terreno.