Quando lo scultore Fidia portò a termine il suo capolavoro probabilmente rimase sorpreso ed estasiato pure lui. Il più grande scultore greco dell’antichità completò la sua opera in circa tre anni non senza aiuto sia chiaro, non puoi completare una statua colossale alta circa 12 metri tutto solo! Per ottocento lunghi anni la statua di Zeus fu ammirata con stupore, meraviglia e anche un bel pò di soggezione dai fedeli che ogni volta rimanevano estasiati dinnanzi al padre degli dei!
Questo capolavoro ebbe infatti un successo clamoroso in tutto il mondo greco-romano, ma non poteva essere diversamente. Si tratta di una statua crisoelefantina ovvero composta da oro e avorio che fu commissionata da parte dei sacerdoti di Olimpia per completare il grande tempio di Zeus. Il successo e la magnificenza di questa statua non bastarono per salvarla dal destino avverso che avrebbe avuto in quanto anche questa meraviglia del mondo andò perduta per sempre e poi vedremo come e perché. Come era fatta la statua di Zeus? Ci sono pervenute parecchie descrizioni anche estremamente dettagliate da parte di autori greco latini, purtroppo però non ci è giunta nessuna copia di questo capolavoro, ammesso che ne sia mai esistita qualcuna! Secondo lo storico greco antico Strabone, Fidia avrebbe confidato ad un suo collaboratore di essersi ispirato ad alcuni versi dell’Iliade per la realizzazione della sua statua. Sempre secondo Strabone le proporzioni della statua rispetto alla sua collocazione nel tempio erano al limite, in quanto la testa del dio sfiorava il soffitto! Lo storico infatti scrisse che se il dio si fosse levato in piedi avrebbe senza dubbio scoperchiato il soffitto del tempio! Tutto questo andava ad accentuare la monumentalità e le dimensioni dell’opera che riusciva a mettere in soggezione molto facilmente i numerosi fedeli che la ammiravano quotidianamente.
Questa è la descrizione che ne dà lo scrittore e geografo greco antico Pausania:
“Il dio fatto d’oro e d’avorio, è seduto in trono. Gli sta sulla testa una corona lavorata in forma di ramoscelli d’ulivo. Nella mano destra regge una Nike, anch’essa criselefantina, con una benda ,e sulla testa una corona. Nella mano sinistra del dio è uno scettro ornato di ogni tipo di metallo, e l’uccello che sta posato sullo scettro è l’aquila. D’oro sono anche i calzari del dio e così pure il manto. Nel manto sono ricamate figurine di animali e fiori di giglio.”
La descrizione di Pausania concorda con tante altre descrizioni a noi pervenute che celebrano la statua come capolavoro assoluto e la collocano giustamente tra le sette meraviglie del mondo! Tale fu l’ammirazione per questa colossale opera scultorea che l’imperatore romano Caligola cercò in tutti i modi di impossessarsi della statua di Zeus (che probabilmente avrebbe ribattezzato di Giove) per portarla a Roma senza però riuscirci. Chissà, se magari l’ imperatore romano fosse riuscito a portarla a Roma l’avrebbe potuta salvare dal suo infausto destino. Infatti la statua di Zeus non ebbe una sorte benevola; con l’avvento della nuova religione cristiana il tempio di Zeus fu gradualmente lasciato in stato di abbandono cosicché la statua fu prelevata da Lauso, che fu un alto funzionario bizantino, che la collocò nel proprio palazzo a Costantinopoli, come collezione privata di opere pagane. Purtroppo in quel palazzo c’era il destino avverso che attendeva il capolavoro di Fidia, infatti un terribile incendio distrusse irrimediabilmente sia il palazzo che tutte le opere in esso contenute, tra le quali la statua di Zeus!
Nell’altelier che utilizzò Fidia sono state trovate varie tracce dei materiali che il grande scultore adoperò che creare la sua opera. Non furono usati solo oro e avorio, ma anche materiali più umili come ceramica, ossidiana e pasta vitrea mentre i principali utensili rinvenuti sono stati dei punteruoli, scalpelli, martelli, palette e lamine di piombo.
Tutto il lavoro, lo sforzo, la fatica per costruire questa meraviglia del mondo antico, non bastarono a preservare la magnificenza di questa imponente statua, come non bastarono l’oro e l’avorio che la componevano per farla resistere alla furia degli elementi naturali come il fuoco; la religione pagana cadde così come la più gloriosa statua del padre degli dei, che fu sostituito dal nuovo dio della nuova religione cristiana, ovvero Gesù Cristo. I cristiani però non rinunciarono a forgiare grandi statue del loro dio nonostante il divieto esplicito che la loro religione gli imponeva. Il Cristo Redentore in Brasile ricorda per dimensioni e monumentalità la gloria della statua di Fidia, solo il tempo dirà quanto questa nuova meraviglia del mondo moderno potrà resistere alle severe leggi di Madre Natura!
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