La storia dell’Arte fa parte indissolubilmente della storia dell’uomo, nessuno può negarlo! Da sempre l’uomo ha sentito la necessità di comunicare non solo con i suoi contemporanei, ma anche con coloro che sarebbero venuti dopo, con i posteri! Perché? Da dove nasce questo bisogno irresistibile di lasciare qualche traccia di noi stessi agli altri? Forse dalla mal celata consapevolezza che dobbiamo andarcene da questo mondo, che siamo mortali e che l’ arte può sopravvivere oltre i nostri corpi mortali! L’arte parla di noi, l’arte parla dell’uomo, della sua storia lo ha sempre fatto e sempre lo farà, almeno finché esisterà la civiltà umana.
Questo post sarà il primo di una lunga serie in cui cercherò di ripercorrere la storia dell’arte(cosa tutt’altro che semplice) in modo imparziale e più semplice possibile per cercare di avvicinare e di far comprenderne la sua importanza a quante più persone possibile.
Dicevo che la storia dell’arte fa parte della storia della civiltà umana, ma prima di tutto bisogna definirne il significato, cos’è l’arte? L’arte non si limita certo alla pittura e al disegno, ma comprende tutte le attività umane(svolte sia singolarmente sia in gruppo)che esprimono creatività ed ingegno e che si basano su fondamenti tecnici, abilità innate o acquisite grazie allo studio o all’esperienza. Quindi detto questo, si può affermare che l’arte è un linguaggio universale in grado di trasmettere emozioni e messaggi! Non esiste tuttavia un linguaggio univoco, dal momento che nel corso dei secoli il concetto di arte e il suo significato è cambiato o meglio si è evoluto adattandosi ai tempi storici, alle società , alle religioni e cosi via. Nel suo significato più profondo l’arte si potrebbe definire come l’ espressione estetica dell’anima umana e dei suoi pensieri più intimi, dei suoi sentimenti che sono influenzati dai cambiamenti storici, politici, economici e religiosi e che quindi cambiano a seconda delle epoche storiche in cui questi concetti artistici vengono espressi! Tornando indietro nel tempo di parecchi millenni, agli albori della civiltà umana, possiamo scoprire le prime tracce d’arte, le famose pitture rupestri, ma anche le numerose incisioni che l’ homo sapiens ha lasciato come segno della sua presenza nelle grotte, ma fu davvero l’ homo sapiens il primo artista? L’ uomo è il primo essere vivente sul pianeta ad avere il potere di manipolare la materia grezza, a dare forma ai propri pensieri ed adattare gli elementi della natura alle proprie esigenze sempre più impellenti. Le ultime scoperte e studi hanno sfatato il mito del homo sapiens primo artista in quanto 65 mila anni fa, in Spagna, vi era un altro ominide in grado di esprimere concetti artistici e di lasciarli ai posteri, ovvero l’uomo di Neanderthal! Non siamo stati dunque noi i primi artisti, ma i nostri antichi cugini che ben 20 mila anni prima del sapiens aveva scoperto il potere immortale dell’arte! Naturalmente non tutti condividono queste nuove scoperte che riscriverebbero la storia dell’umanità e che di fatto relegherebbero al secondo posto la nostra specie per quanto concerne la capacità intellettiva di esprimere pensieri simbolici attraverso pitture, incisioni o piccoli amuleti (come le conchiglie bucate ed usate come ciondoli). Sono state trovate persino dei resti di conchiglie dove venivano mescolati i pigmenti (che servivano per dipingere sulle pareti delle grotte) che potete osservare nell’immagine qui sotto:
Questi straordinari reperti sono state le prime tavolozze della storia dell’Arte, che probabilmente sono servite per dipingere nelle grotte che, a loro volta, sono diventate inconsapevolmente i primi atelier della storia! .Questa che vedete qui sotto è una delle pitture del Neanderthal scoperta in Spagna, opera di un antico artista precursore di tutti gli artisti che sarebbero venuti dopo.
Alcuni studiosi hanno ipotizzato che queste pitture fossero state dipinte durante rituali sacri da sciamani che a causa del poco ossigeno presente nelle grotte , entravano in estasi e guidati da chissà quale spirito, lasciavano questi segni simbolici sulle pareti rocciose.
Chiunque sia stato a dipingere, come avrà fatto a procurarsi i pigmenti ? Che colori usavano i primitivi artisti di Neanderthal? Sicuramente non quelli in tubetti già pronti che conosciamo noi! La tavolozza era abbastanza limitata, ma usata in modo straordinariamente efficace; il rosso, il giallo, il nero e il bianco erano tutti i pigmenti che venivano usati da questi artisti preistorici. Il rosso poteva essere realizzato con le terre d’ocra, il giallo con l’ematite, il bianco con il gesso e con la marna, il nero con il carbone e come legante? Può sembrare strano, ma la semplice acqua che sgorgava dalle rocce era ricca di calcio e quindi perfetta per assicurare adesione e durata nel tempo dei pigmenti…una combinazione davvero perfetta con la collaborazione di Madre Natura! Siamo giunti al termine della prima parte dell’ articolo, nella seconda vedremo come le pitture rupestri dell’homo sapiens, abbiano cambiato per sempre il destino della nostra specie e di tutto il pianeta!